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La lettura come viaggio

La lettura come viaggio

E’ noto a tutti che Emilio Salgari, lo scrittore che ha fatto viaggiare attraverso le foreste e gli oceani di tutto il mondo generazioni di ragazzi, non si è mai allontanato dalla sua Torino e dai banchi della sua biblioteca. E’ lui che mi è venuto in mente pensando all’autore della “Raccolta di viaggi dalla scoperta del Nuovo Continente fino a’ dì nostri” che presentiamo nel nostro catalogo online.

Raccolta di viaggi dalla scoperta del Nuovo Continente fino a’ dì nostri

Dire “il Marmocchi”, per chi bazzica il mondo editoriale del XIX secolo, significa evocare immediatamente racconti di viaggi ed esplorazioni. Eppure neanche Francesco Costantino Marmocchi ha viaggiato granché: probabilmente, nel suo vagare tra un regno e l’altro inseguito dalla sua fama di patriota mazziniano, non è mai uscito dall’Italia.

Quasi autodidatta, si interessa alle scienze naturali e alla geografia: nel corso degli anni pubblica diversi lavori, ma quello a cui resta legato il suo nome è sicuramente questa raccolta di viaggi che esce a Prato presso l’editore Giachetti tra il 1840 e il 1845. In 18 volumi Marmocchi fa fare il giro del mondo ad una classe borghese che nel XIX secolo sempre più si appassiona alla scoperta di mondi altri, lontani, scenari di viaggi avventurosi e di città esotiche.

Come indicato nel titolo l’opera prende le mosse dai viaggi di Colombo e da tutta la massa di documenti, relazioni, lettere, resoconti storici, che accompagnarono la grande conquista del Nuovo Continente, dal Messico al Perù, nel XVI secolo, a cui dedica 5 tomi.

Tutti gli altri 13 volumi dell’opera sono invece dedicati a resoconti di esplorazioni e di viaggi pubblicati tra la fine del ‘700 e gli anni ’30 del XIX secolo, spesso in prima traduzione italiana: potremmo definirli quasi reportages in diretta sul mondo contemporaneo al di là dei confini del Vecchio Continente.

I limiti delle esplorazioni

La selezione ci dice molto su quali fossero i limiti delle esplorazioni del tempo:
– In Asia non si fa cenno al Giappone, né a tutta l’Indocina
– Se due volumi sono dedicati all’Oceania, l’Africa compare solo nelle settecentesche relazioni francesi su Madagascar, isole Comore e Mauritius e nel recentissimo viaggio in Etiopia di Hoskins

Siamo ancora lontani dalle grandi imprese di Livingstone.

Il racconto di viaggio come fonte di notizie storiche, geografiche, antropologiche

In tutti i volumi il racconto si dipana tra le varie peripezie del viaggio e il resoconto degli incontri, delle visite a città e monumenti, dell’attraversamento di luoghi naturali, spesso selvaggi: una fonte preziosissima di notizie di interesse storico, geografico, antropologico. 

Ovviamente in ogni resoconto si riflette la personalità dello scrittore, la differenza sostanziale tra le notizie di prima mano e la ripresa di racconti altrui, ma anche molto le finalità del viaggio di esplorazione: tra gli autori raccolti da Marmocchi troviamo infatti quelli che potremmo definire “esploratori puri” e quelli che invece finalizzano i loro viaggi a scopi politici ed economici.

Esplorazioni conoscitive vs Esplorazioni mirate

Alla prima categoria possiamo iscrivere il francese Gabriel Lafond de Lurcy (1802-1876), che fece più volte il giro del mondo e raccolse nelle sue opere testimonianze di altri celebri navigatori. Doveva essere molto apprezzato da Marmocchi, il quale inserisce nella raccolta ben tre sue relazioni di viaggio: in Centro e Sud America (tomo 12), in Cina e nelle Filippine (tomo 6) e in Polinesia (tomo 14).

Viaggiatori più legati ad una cultura classica sono John Robinson, con il suo “Viaggio in Siria e in Palestina” del 1830-31 (tomo 13), e soprattutto il Visconte di Marcellus (1795-1861) che nelle sue “Rimembranze intorno all’Oriente” (tomi 3-4) accompagna il lettore dalla Grecia alla Terra Santa, con un interesse specificamente archeologico; del resto il visconte di Marcellus è l’uomo che riuscì ad assicurare la Venere di Milo al Louvre di Parigi.

Viaggi in Arabia di J.L. Burckhardt

Affascinante per la sua totale immersione nella cultura amata e per la sua romantica morte al Cairo a soli 33 anni, è lo svizzero Johann Ludwig Burckhardt (1784-1817): con lo pseudonimo Sheikh Ibrahim ibn ʿAbd Allah studiò l’arabo, si convertì all’Islam e esplorò il Medio Oriente, scoprendo la magica Petra in Giordania. Risalì il Nilo, scoprì Abu Simbel, passò in Arabia raggiungendo Medina e La Mecca; alla sua morte volle essere sepolto con il suo nome arabo in un cimitero islamico. Marmocchi pubblica il suo “Viaggi in Arabia” nel tomo 15.

Viaggio a Meroe in Etiopia di G.A. Hoskins

Di recentissima pubblicazione il “Viaggio a Meroe in Etiopia” che occupa l’ultimo tomo del Marmocchi: George Alexander Hoskins compì il suo viaggio oltre la seconda cataratta del Nilo nel 1832-33 suscitando enorme interesse con le sue scoperte degli antichi monumenti etiopi.

Molto meno romantiche erano invece le finalità di altri viaggi di esplorazione compiuti da militari e funzionari delle grandi potenze coloniali europee, ma questo non toglie nulla al fascino e alla ricchezza di notizie dei loro resoconti.

Viaggi di Bernardin de Saint Pierre e di Leguével al Madagascar alle isole Comore ed all’isola di Francia 

Nel tomo 17 incontriamo Jacques-Henri Bernardin de Saint-Pierre che sbarca alle Mauritius nel 1773 come capitano-ingegnere del re di Francia, esperienza che travaserà anche in uno dei più celebri romanzi esotici del XVIII secolo, “Paul et Virginie”.

Motivi di spionaggio furono letti dal governo Americano nel “Viaggio agli Stati Uniti d’America Settentrionale” del tomo 18, di Constantin Francois de Chasseboeuf, Comte de Volney, del 1797: preparazione di un tentativo di riconquista della Louisiana?

Viaggi di Alessandro Burnes in India, Afghanistan, regno di Bukhara e Persia

Scopi più esplicitamente commerciali, ma anche indirettamente politici, hanno le imprese compiute da militari britannici in Asia. Perfettamente inscrivibile nel nostro immaginario di agente dei servizi segreti è Alexander Burnes: imparati l’urdu, il persiano e l’arabo, parte nel 1831 per una verifica della navigabilità dell’Indo fino a Lahore come via di penetrazione commerciale; da lì si sposta verso l’insidiosa Asia Centrale: raggiunge Kabul, attraversa l’Hidukush, verifica le vie di accesso di una possibile penetrazione russa nella zona (gli scenari politici sembrano sempre gli stessi) e termina il viaggio nell’emirato di Bukhara; il racconto della sua impresa, pubblicato nel 1834, qui occupa ben tre volumi (tomi 7-8-9).

Viaggio nelle contrade di Mesopotamia, di Caldea e di Assiria

Il “Viaggio nelle contrade di Mesopotamia, di Caldea e di Assiria” compreso nel tomo 18 racconta del tentativo del generale Francis Rawdon Chesney di dimostrare l’inutilità del progetto del Canale di Suez: un’incredibile impresa per provare la possibilità di raggiungere l’India navigando sull’Eufrate con battelli a vapore.

Il tentativo fallì, ma venne pubblicato il resoconto dell’esplorazione della Mesopotamia, con tutta la ricchezza dei suoi siti archeologici e le grandi città persiane.

Viaggi nell’interno dell’Australia

Tutt’altro interesse poteva suscitare un’opera quale i “Viaggi nell’interno dell’Australia” di Sir Thomas Livingstone Mitchell: una terra totalmente vergine, inesplorata, che Mitchell, Surveyor General del New South Wales, percorre in quattro diverse spedizioni tra il 1831 e il 1846, riportando un enorme quantità di dati geografici, naturalistici, etnografici, che pubblicò durante un suo rientro a Londra nel 1837.

Il tutto illustrato da 156 splendide tavole incise che rappresentano lo stato in cui si trovavano nell’800 i grandi siti archeologici, le città esotiche, i paesaggi naturali, scene di vita e costumi delle popolazioni autoctone.

Chissà se il nostro Salgari avrà sognato qualche avventura sfogliando le pagine di una copia presente sugli scaffali della biblioteca di Torino.

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Giulia
Pensare che la cultura passi di mano in mano grazie ai libri è una cosa magnifica.
Giulia
Pensare che la cultura passi di mano in mano grazie ai libri è una cosa magnifica.

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