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Due libretti verdiani che fanno la storia

Due libretti verdiani che fanno la storia

La scala non è un semplice palcoscenico

Per una vecchia milanese appassionata di musica come me, la Scala è più che un semplice palcoscenico di stagioni concertistiche e di allestimenti di opere. Ogni volta che si entra nel foyer o si salgono le ripide scale che portano al loggione sembra di respirare ancora l’atmosfera carica di entusiasmi e di aspettative di generazioni di melomani che in questa sala hanno vissuto pezzi importanti della Storia della musica, con la S maiuscola.

Un pezzo della Storia della musica alla Di Mano in Mano

Immaginate quindi la mia emozione nell’imbattermi in un lotto di antichi libretti di opere “da rappresentarsi nell’Imperial Regio Teatro alla Scala” negli anni che precedono il 1859: opere alla loro prima rappresentazione assoluta o riprese da recenti successi mietuti nei teatri d’opera “concorrenti”, quali il S. Carlo di Napoli o La Fenice di Venezia. Abbiamo i libretti di opere di Donizetti, Rossini, Bellini, Verdi, ma anche di autori che sono usciti dai normali repertori delle nostre stagioni, quali Mercadante, Pacini, Rossi e altri.

Ci piace quindi, in occasione dell’annuale apertura della Stagione operistica alla Scala il giorno di Sant’Ambrogio, 7 dicembre, presentare nella nostra libreria di Viale Espinasse una selezione di questi piccoli tesori, testimonianze di serate di altri tempi nel tempio della musica milanese, e non solo milanese.

E dal momento che quest’anno la Scala apre con il Verdiano Don Carlo, uno spazio particolare viene dedicato alle opere di Giuseppe Verdi, anche grazie a due pezzi davvero eccezionali.

Giuseppe Verdi e i difficili esordi a Milano

Tutti gli appassionati del maestro di Busseto conoscono a memoria la triste storia dei difficili inizi della sua carriera a Milano. Respinto all’esame di ammissione al Conservatorio (che ora, forse per una sorta di espiazione, porta il suo nome), il diciannovenne Verdi sopravvive a Milano grazie alla generosa sovvenzione del suo concittadino e mecenate Barezzi, prendendo lezioni private dal maestro al clavicembalo dell’orchestra del Teatro alla Scala

È in quest’epoca che il giovane musicista riesce ad entrare, proprio come Maestro al Cembalo, in una tipica istituzione musicale dell’epoca, la Nobile Società dei Signori Dilettanti Filarmonici, che si esibisce nella sala del Teatro dei Filodrammatici. Qui era stata fondata nel 1805 un’Accademia che nel tempo annoverò tra i suoi membri personaggi illustri, quali Vincenzo Monti, Carlo Porta, Ugo Foscolo, Cesare Beccaria

Al venerdì, giorno di chiusura del contiguo Teatro alla Scala (per i non milanesi, il Teatro dei Filodrammatici ancora oggi si apre su una deliziosa piazzetta sul fianco sinistro della Scala), la sala offriva ai suoi soci spettacoli teatrali e musicali. 

La creazione

Al Teatro dei Filodrammatici, nell’aprile del 1834 venne eseguito l’oratorio La Creazione di Haydn da un’orchestra di “Dilettanti e Professori” e dal coro dei Filarmonici Dilettanti.

Ed ecco allora il primo pezzo veramente introvabile della nostra collezione: il libretto originale di questa serata, probabilmente la prima testimonianza della presenza del giovane Verdi a Milano nella sua funzione di Maestro al Cembalo. 

Libretto originale della rappresentazione de La Creazione di Haydin al Teatro dei Filodrammatici

Nel libretto la direzione è attribuita al Sig. Pietro Massini, ma nelle notizie biografiche che ho trovato è il ventunenne Verdi che dirige orchestra e coro: chissà come andò veramente. Quello che è certo è che la partecipazione a questa società di nobili dilettanti aprì a Verdi le porte dei circoli culturali della città che ruotavano intorno ai mitici salotti delle nobildonne milanesi, in odore di patriottismo antiaustriaco.

Lo spettacolo deve continuare: la nascita di “Oberto, Conte di S. Bonifacio”

Ma veniamo ora al secondo pezzo importante della nostra selezione: nel 1836 Verdi sembra arrendersi e torna a Busseto con il titolo di Maestro di Musica della piccola città parmense. 

Qui si sposa con la figlia del suo mecenate, Margherita Barezzi, e comincia la lunga serie dei lutti che sconvolgono la vita della giovane coppia: i figli muoiono uno dopo l’altro in tenerissima età. 

In realtà Verdi non ha messo del tutto nel cassetto i suoi sogni di gloria: lavora ad un’opera, dal titolo Rochester o Lord Hamilton. E quando gli viene prospettata la possibilità di una messa in scena di un suo lavoro proprio nel Teatro dei Filodrammatici, ecco che il materiale musicale di quest’opera incompiuta viene travasato in un nuovo libretto per la sua prima opera: Oberto Conte di S. Bonifacio

Libretto originale della rappresentazione della prima opera di Giuseppe Verdi: Oberto, Conte di S. Bonifacio

Nel febbraio 1839 Verdi si licenzia dal suo lavoro a Busseto e torna a Milano. Ma la sfortuna sembra accanirsi contro di lui: la programmata messa in scena dell’Oberto ai Filodrammatici viene annullata per una improvvisa indisposizione del tenore. 

Del cast però faceva parte la già famosa soprano Giuseppina Strepponi. Fu lei a passare la partitura al potente impresario del Teatro alla Scala Bartolomeo Marelli che, vedendoci lungo, decise di correre il rischio e inserì l’opera dello sconosciuto musicista nella stagione autunnale 1839 del più prestigioso palcoscenico della città.

Il debutto ebbe luogo il 17 novembre del 1839 e noi abbiamo il libretto originale di questo evento. Fu un successo, tanto che Merelli offrì a Verdi un contratto per tre nuove opere. Dopo il fiasco clamoroso di Un giorno di Regno nel 1840, con il Nabucco del 1842 comincia la grande serie delle opere che ancora oggi entusiasmano i melomani in tutti il mondo.

Tra pagine e sipari. Una raccolta di preziosi libretti

Questi due preziosi libretti condivideranno la vetrina con altri 50 libretti originali, tutti eccezionalmente ben conservati considerando l’estrema fragilità della carta su cui erano stampati. Segnaliamo altre prime rappresentazioni assolute, quali la verdiana Giovanna d’Arco del 1845, la Straniera di Bellini del 1829, Ugo Conte di Parigi (1832) e Maria Padilla (1841) di Donizetti, oltre ad altri titoli di operisti “minori”.

Vi aspettiamo, quindi, il 7 dicembre nella nostra libreria di Viale Espinasse. Se per quel giorno avrete la fortuna di essere uno degli spettatori della prima del Don Carlo, avrete ancora tempo fino a domenica 10 dicembre per accaparrarvi un pezzo di storia della Scala.

Per ulteriori informazioni: https://www.dimanoinmano.it/it/pg1334/eventi/2023/libretti-scala 

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Giulia
Pensare che la cultura passi di mano in mano grazie ai libri è una cosa magnifica.
Giulia
Pensare che la cultura passi di mano in mano grazie ai libri è una cosa magnifica.

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