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Margot Fiammadoro: una femminista ante litteram

“Donne, è l’ora del vostro risveglio! Non abbiate paura dell’ipocrisia mascherata da morale. Non temete la verità. Non temete le parole.”

“La donna di Fiume non è altro che la madre della donna moderna. Distruggiamo tutto questo passato. Libertà. Spregiudicatezza. Coraggio.”

Chi è Fiammadoro

Chi parla è Fiammadoro: mai nome più adatto per una donna che visse a modo suo nell’Italia tra le due guerre. La famiglia di origine è un’antica famiglia aristocratica che si insediò dalla Svizzera in Lombardia alla metà del XVIII secolo: Margot nasce Keller von Kellerer nel 1892. Gli album di fotografie che abbiamo trovato nella soffitta della sua casa di sposa, ci danno un’idea del mondo che Margot visse da bambina e da adolescente: raduni familiari in ricche ville con giardino, gite in automobile sui laghi, escursioni in alta montagna sui ghiacciai, vacanze sulla riviera romagnola.

Non mancano i Tableaux vivants e le recite in costume. Di quell’epoca (ma anche di anni più tardi, a testimonianza di una passione che continua nel tempo) ci sono arrivati i libri illustrati di fiabe e di riduzioni da Shakespeare che riempivano gli scaffali delle piccole biblioteche dei bimbi dell’aristocrazia: preziosi volumi con le splendide illustrazioni di Rackham, di Dulac, di Nielsen, in italiano e in inglese, a fare sognare e a costruire il gusto della piccola Margot.

Mi spezzerò, non mi piegherò.

La vediamo adolescente in molte fotografie: forse perché conosciamo la sua storia, ma già si intuisce nello sguardo che quella ragazzina è una “tosta”. Del resto su uno dei libri illustrati è riportato in bella calligrafia il motto di questa fanciulla in fiore: “Frangar non flectar”, “Mi spezzerò, non mi piegherò”; non male per una signorina di buona famiglia. Forse c’è anche una vena di trasgressività che scorre nel suo sangue di Keller von Kellerer. C’è una bella foto, probabilmente scattata verso il 1916: Margot è in barca con il fidanzato, Pietro Besozzi di Castelbesozzo, e suo cugino, l’incredibile Guido Keller, una delle figure più singolari del primo dopoguerra , che accompagnerà Margot nella sua più avvincente avventura.

Le foto con il fidanzato ci avvicinano al momento clou per la vita di una donna del tempo: il matrimonio, che avvenne nel 1917, con il marito Pietro sempre in divisa e che invia infinite fotografie dal fronte. Di Margot, due fotografie da studio fotografico, molto convenzionali, datate 1918: sembrerebbe che la sua vita si sia incanalata nel suo ruolo di moglie e futura madre di famiglia. E invece….

Una Legionaria a Fiume

Il marito Pietro, non sappiamo in quali circostanze e perché, è legato a Gabriele D’Annunzio: tra i libri di casa abbiamo trovato una prima edizione de La figlia di Iorio con uno splendido Ex Libris Gabrielis Nuncii Porphyrogenitis e la firma di appartenenza di Pietro. Sta di fatto che Pietro parte con il Vate alla volta di Fiume, per vivere gli incandescenti 16 mesi dell’impresa del Carnaro. E a Fiume, collaboratore strettissimo di D’Annunzio, c’è il cugino Guido Keller, aviatore sul fronte italiano nella squadriglia di Francesco Baracca, fondatore a Fiume con Comisso dell’associazione Yoga (Unione di spiriti liberi tendenti alla perfezione), naturista, vegetariano, spregiudicato protagonista di imprese al limite della follia (mitico il suo volo da Fiume a Roma per buttare un pitale smaltato su Montecitorio in segno di disprezzo).

E Margot? Poteva restare a casa? Parte anche lei, si fa Legionaria e nell’atmosfera incredibile di questa città assediata in assetto di guerra, vive da donna libera, femminista ante litteram: “Sono giovane. Fumo molte sigarette. Me ne frego della crociata contro il lusso, e porto sottovesti di seta e calze di filo. Che pago da me… Amo tutto ciò che è bello. Amo quindi prima di tutto l’amore. Poi me stessa. Poi la Patria.”

Il rapporto con D’Annunzio

E poi D’Annunzio: inizia qui una relazione con quest’uomo più vecchio di lei di quasi 30 anni, relazione che durerà fino alla morte del poeta nel 1938, testimoniata da un epistolario recentemente pubblicato dalla casa editrice Salerno. Lui è il Mago e lei diventa Fiammadoro, per la magica capacità del poeta di ribattezzare le donne che amava restituendocene un ritratto più vero. Nell’album due foto autografate di D’Annunzio in divisa. E Pietro? Come sempre non ci è dato sapere che cosa vivesse questa coppia così singolare; mi colpisce però una foto scherzosa del periodo del fidanzamento: Margot minaccia con un frustino un sorridente Pietro, sicuramente non un’immagine di donna fragile e sottomessa…

In questi anni cambia anche il motto di Margot: ora è “Magis magisque”, “Di più e sempre di più”. Questo motto corona un bellissimo Ex libris, purtroppo non firmato, di cui conserviamo il disegno preparatorio e la matrice originale: due uomini nudi accovacciati bruciano incenso in un braciere; al di sopra delle volute di fumo, una roccia in cima alla quale una splendida donna nuda dai lunghi capelli sciolti alza le braccia verso il cielo.

Donna di cultura e artista

Margot era anche donna di cultura: probabilmente legata agli anni di Fiume è la frequentazione di scrittori ed artisti Futuristi. Tra i suoi libri una copia con dedica della “Pittura dell’avvenire”, di Arnaldo Ginna, ma anche “Pittura scultura futuriste” di Boccioni e “L’Arte dei rumori” di Russolo. Immancabili i due libri dedicati all’amatissimo cugino, morto in un incidente stradale nel 1929, “Incontro con Guido Keller” di Krimer, pseudonimo di Cristoforo Mercati, e “Guido Keller nel pensiero, nelle gesta” di Sandro Pozzi, entrambi legionari a Fiume. Una bella dedica è anche quella del pittore Anselmo Bucci nel libro autobiografico “Il pittore volante”: “A Margot Besozzi Keller de Keller un superbissimo pittore che con modestia volò sul nemico. BUCCI Marzo 1930”; abbiamo anche la riproduzione fotografica del bel ritratto di Bucci che ritrae un’elegantissima Margot nel 1929.

Molti anni durò l’amicizia tra Margot e Sibilla Aleramo, altra donna fuori dagli schemi che non ci stupisce trovare vicina alla nostra Fiammadoro: nel suo libro “Andando e stando” troviamo l’invio autografo ”A Fiammadoro, ardente e luminosa come il suo nome ricordato in queste pagine, tutto l’affetto di Sibilla Roma, Gennaio 1943”. E a pag. 282 troviamo il ricordo citato nella dedica: una sera Margot invita Sibilla alla Scala per un concerto diretto da Strauss e qui Sibilla vive il suo ultimo incontro con D’Annunzio, lo sgomento di vederlo così fragile e invecchiato.

Gli anni passano anche per Margot: sappiamo che nella maturità si dedicò alla pittura e si inventò arredatrice di interni; muore a 87 anni nel 1979.

Ma pensando a lei sono venuti in mente i versi di una famosa canzone di Guccini, La locomotiva: “Ma a noi piace pensarlo ancora dietro al motore, mentre fa correr via la macchina a vapore”, perché, alla fine, “gli eroi sono tutti giovani e belli”. E allora mi tengo nel cuore la bella Fiammadoro, libera, spregiudicata, coraggiosa.

L’esposizione

Dalla casa della contessa Margot Besozzi di Castelbesozzo, una raccolta di foto e libri che raccontano di una donna che amava la cultura, coraggiosa e spregiudicata.
La collezione sarà visibile nel negozio di Cambiago, in via Castellazzo 8, dal 4 al 9 Febbraio.

Potrete consultare e acquistare la collezione anche dal nostro sito, cliccando questo link.

Orari negozio di Cambiago:

  • Il Martedì e il Giovedì: dalle 15.00 alle 19.00
  • Il Sabato e la Domenica: dalle 10.00 alle 19.00

Tutti i volumi sono scontati del 5%.

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Giulia
Pensare che la cultura passi di mano in mano grazie ai libri è una cosa magnifica.
Giulia
Pensare che la cultura passi di mano in mano grazie ai libri è una cosa magnifica.

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