La serie Attack on Titan ha venduto più di 100 milioni di copie dal suo debutto su Bessatsu Shonen Magazine nel 2009 e il lancio della sua trasposizione animata in lingua inglese su Adult Swim (Cartoon Network) nel 2014 ha attirato più di un milione di spettatori con solo il pilot. D’altronde, la premessa narrativa della vicenda è indubbiamente affascinante: L’umanità è minacciata da giganti e gli uomini, per evitare di essere mangiati, si sono rinchiusi dentro le mura di un’unica città.
In questa trappola di cemento che si sono costruiti da soli, gli uomini cercano di sopravvivere e provare a capire cosa sono quei mostri che impazzano al di fuori della loro città. I mostri sono chiamati Titani e gli uomini vivono all’interno di una cittadella fortificata con tre strati di mura, in una società rigidamente divisa per classi e soggetta a un duro regime militare. Per quanto ne sanno, questi uomini sono tutto ciò che resta dell’umanità.
Eren, il protagonista, si unisce al corpo armato dopo che sua madre è stata uccisa da un gigante. Decide di unirsi al corpo esplorativo per scoprire l’origine dei Titani, e trovare una via di fuga per l’umanità. La claustrofobia è il tema fondamentale al centro della narrazione: l’uomo ha bisogno della libertà per essere vivo. Dentro la città un regime militare comanda la scena politica, tenendo in scacco la popolazione, al di fuori delle mura mostri giganti impediscono ogni via di fuga: nascosto sotto un complesso discorso politico-militare e avvolto in una patina horror, la narrazione tematizza il problema della libertà in una maniera incredibilmente originale.