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Le pere di Proust

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Siamo nel quarto volume della Recherche, Sodoma e Gomorra. Il Barone di Charlus, in un ristorante della costa Normanna, col suo consueto tono arrogante, sfoggia tutte le sue raffinatissime conoscenze sulla vita per abbagliare e conquistare il giovane Morel:

“– Chiedete al Maitre se ha un Buon cristiano. – Un Buon cristiano? Non capisco. – Vedete bene che siamo alla frutta, è una pera. State pur certo che la signora di Cambremer ne ha: la contessa d’Escarbagnas, che lei è, ne aveva. Il signor Tibaudier gliela manda e lei dice: “Ecco un Buon cristiano che è molto bello” (Molière: La Comtesse d’Escarbagnas, scena XIII) – Non lo sapevo. – Vedo, del resto, che non sapete nulla. Non avete letto neppure Molière… Ebbene, siccome siete incapace di dare ordini, come di ogni altra cosa, chiedete semplicemente delle pere di una qualità che si coltiva qui vicino: la Louise-Bonne d’Avranches. – La…? – Aspettate, visto che siete così inetto, ne chiederò io stesso altre che preferisco. Maitre, avete la Doyennée des Comices? Charlie, dovreste leggere la pagina deliziosa che ha scritto su quella pera la duchessa Emilie de Clermont-Tonnerre. – No, signore, non ne ho. – E la Triomphe de Jodoigne? – No, signore. – E la Virginie-Dallet? La Passe-Colmar? No? Ebbene, dacché non avete nulla, adesso ce ne andiamo. La Duchesse d’Angouleme non è ancora matura, su, Charlie, andiamo.”

Sopra: Le Verger ou histoire, culture et description avec planches coloriées des variétés de fruits les plus généralement connues. Tome VIII: Cerises et Abricots

Per noi, abituati a scegliere al supermercato tra le solite 4 o 5 varietà di pere, tutto questo sfoggio di erudizione, con questi poetici nomi legati ad un frutto così banale nella nostra percezione, risulta davvero un tuffo in un Tempo perduto: un tempo in cui ogni regione aveva le sue produzioni di frutta locali, dalle mille sfumature di forma, di colore, di gusto. Una biodiversità che la massificazione dei consumi ha completamente appiattito.

Sopra: Le Verger ou histoire, culture et description avec planches coloriées des variétés de fruits les plus généralement connues. Tome VII: Pèches

Questa pagina della Recherche mi è subito venuta in mente quando mi sono capitati tra le mani 6 volumi (sugli 8 pubblicati) dell’opera “Le Verger ou histoire, culture et description avec planches coloriées des variétés de fruits les plus généralement connues” del botanico Alphonse Mas, presidente della Société Pomologique de France e della Société d’horticulture de l’Ain: un incredibile elenco di varietà di alberi da frutto presenti in Europa e nel Nord America, descritti in accurate schede e illustrati da cromolitografie dei frutti.

Sopra: Le Verger ou histoire, culture et description avec planches coloriées des variétés de fruits les plus généralement connues. Tome VI: Prunes

Sopra: Le Verger ou histoire, culture et description avec planches coloriées des variétés de fruits les plus généralement connues. Tome II: Poires d’été

E’ veramente impressionante il numero di varianti di quelle che noi semplicemente chiamiamo “mele” o “pesche”: tra tardive e precoci Mas ci presenta 120 tipologie diverse di mele, e lo stesso vale per le pesche. Ci sono 80 varietà di prugne e di ciliegie, mentre le albicocche sono solo 8. I fantasiosi nomi di questi frutti spesso ci orientano sulle loro origini: accanto a specie antiche, ci sono le qualità regionali, oppure i risultati di ricerche ed innesti di singoli frutticoltori che lasciano il loro nome o dedicano a qualcuno le loro scoperte.

Sopra: Le Verger ou histoire, culture et description avec planches coloriées des variétés de fruits les plus généralement connues. Tome IV et V: Pommes tardives et Pommes précoces

Sfogliando questi volumi viene un po’ di tristezza pensando ai banchi di ortofrutta dove facciamo la spesa (per fortuna una certa sensibilità al problema trova il suo spazio in circuiti alternativi legati al mondo del biologico e del km 0). E se partendo dalle nostre tavole proviamo ad allargare un po’ lo sguardo, lo stesso appiattimento delle biodiversità sembra evidente in molti altri campi del nostro vivere. Qualche esempio? La perdita delle proprie radici culturali a favore di un conformismo dettato da un universo globalizzato social senza storia o tradizioni; la richiesta a chi viene da mondi diversi di uniformarsi in nome di un quieto vivere che è più cancellazione delle identità che reale integrazione; il far credere ai giovani che ci sia un solo modo giusto di diventare adulti (il lavoro sicuro, la casa, il conto in banca…) senza lasciare spazio ai sogni e alle ricerche personali…. Ma forse stiamo andando troppo lontano.

Sopra: Le Verger ou histoire, culture et description avec planches coloriées des variétés de fruits les plus généralement connues. Tome III, Première partie: Poires d’automne

Per tornare alle nostre pere, se non mi fosse così antipatico, consiglierei a Morel di studiarsi il tomo II del nostro Verger: 120 varietà di pere estive, da farci un figurone davanti al Barone di Charlus.

Vi aspettiamo nella nostra libreria online per fare una scorpacciata di frutta e cultura!

Giulia
Pensare che la cultura passi di mano in mano grazie ai libri è una cosa magnifica.

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