Protagonista del nostro Classic Monday è un mobile tanto particolare, quanto eccezionale nella manifattura.
Arredo che difficilmente è protagonista delle vetrine degli antiquari, la comoda era però una suppellettile necessaria nelle abitazioni. Semplice pitale negli appartamenti più poveri e rustici, nelle dimore dei nobili e dei borghesi diventa un vero e proprio mobiletto che funge anche da complemento d’arredo.
La comoda si diffuse in antico e di frequente era nascosta all’interno di altri mobili che potessero confondersi con l’arredo della stanza.
Solo in epoca più recente, infatti, le abitazioni furono dotate di un locale espressamente dedicato ai servizi igenici. In passato, questi si trovavano più frequentemente nelle camere da letto, dove non era raro trovare poltrone con sedute amovibili o piccoli comodini destinati ad accogliere i vasi da notte e le toilette per la pulizia personale.
Certamente la società del Settecento non è ricordata per le stringenti norme igieniche.
Se però le toilette possono presentarsi per quello che sono ed essere quindi immediatamente riconoscibili, per le comode non era così, ma anzi venivano nascoste all’interno di mobiletti che sembravano tutt’altro, come piccoli comodini.
La motivazione era duplice: da una parte bisognava occultare il luogo designato all’espletamento dei bisogni fisiologici, dall’altro un oggetto necessario nella quotidianità veniva lavorato e risolto per farne un ricco mobile secondo le mode del momento.
È il caso della nostra, nella quale le antine e il piano apribile celano un ripiano sollevabile; sotto a questo se ne trova un altro con il foro centrale e dotato nella parte inferiore di binari per l’incastro dell’orinatoio. Caratterizzata dal fondo non rifinito, doveva essere necessariamente addossata a una parete.
Questa comoda dalle forme di una piccola madia è un alto esempio di ebanisteria del XVIII secolo; trova particolari riscontri con altri mobili appartenenti alla produzione tardo barocca romana.
Il fronte mosso a balestra e il piano sagomato ricordano ancora le forme impiegate nella produzione barocca di mobili da parata. Anche il ricco intarsio trova corrispondenze con quelle di altri arredi noti dell’epoca, che dimostrano la vicinanza e l’influenza degli intarsiatori olandesi. Un raffronto in particolare è possibile con un superbo cassettone a ribalta presente sempre nelle nostre collezioni (visibile qui), databile al secondo quarto del Settecento. Molto affini sono le volute fogliacee dell’intarsio, arricchite attraverso un’ombreggiatura realizzata mediante l’impiego del bulino.
Pur essendo un oggetto di uso quotidiano la nostra comoda si caratterizza dunque come un piccolo mobiletto di pregio.
Ciò non solo per i possibili riscontri ai quali si accennava, ma anche per l’alto grado di rifinitura.
Attenzione è stata infatti riposta alla resa del movimento, non solo del fronte, ma anche dell’intaglio complesso della parte inferiore. Anche lo sguscio del bordo del piano è stato curato nei minimi dettagli, impiallacciato in legno di testa.
La nostra comoda si caratterizza come un chiaro esempio di come anche un mobile d’uso e per una finalità convenzionalmente ritenuta bassa, possa essere sviluppato seguendo le mode e caratterizzandosi come pezzo di pregio.