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Case editrici italiane: Longanesi

longanesi

La nona casa editrice del nostro viaggio è Longanesi. Il suo logo originale con due spade disegno di Longanesi, fu poi modificata nell’attuale logo geometrico.

Figura iniziatrice della casa editrice fu Giovanni Monti, intenzionato fin dal 1943-44 a entrare nel mercato editoriale.
Al fine di intraprendere questa carriera, si rivolse allo scrittore Elio Vittorini, che sfruttando una svendita acquistò un notevole quantitativo di carta color paglierino e iniziò a stendere un piano editoriale.
Ma lo scrittore a causa della propria condizione di clandestinità e la natura progressista in contrapposizione con quella di Monti, fu costretto a farsi da parte.

Monti, si indirizzò quindi verso Leo Longanesi, allora impegnato nella direzione del settimanale Sette, edito da De Fonseca. Longanesi divenne socio di minoranza e il 1 febbraio 1946 fu fondata la casa editrice.

Leo Longanesi
<strong>Leo Longanesi<strong>

Longanesi salì a Milano insediandosi nella sede milanese di Via Borghetto. Longanesi incarnò una nuova dimensione dell’editore.

L’«editore protagonista», una figura che era insieme amministratore, cacciatore di talenti, uomo di pubbliche relazioni, direttore artistico e revisore di bozze.

Leo pubblica con la sua casa editrice il primo racconto di Ernest Hemingway, dà spazio alla narrativa sovietica, fonda una collana di libri gialli e lancia autori come Alberto Moravia, Vitaliano Brancati, Goffredo Parise, Dino Buzzati ed Ennio Flaiano.
La casa editrice pubblica anche un bollettino mensile, “Il libraio”, a cui collaborano Elsa Morante e Mino Maccari.
Il Libraio è ancora oggi una pubblicazione gratuita del gruppo Longanesi con tutte le novità mensili. Prende il nome proprio da questo bollettino.

Fonda 1950 le riviste “Il Borghese” e “Oggi”

“Il Borghese”, uscito prima con tiratura quindicinale e poi settimanale, è una rivista di cultura e attualità che annovera tra i suoi collaboratoti un allievo di Longanesi, che diventerà una celebre firma del giornalismo italiano: Indro Montanelli.

Rivista il borghese
<strong>Rivista il Borghese 1959<strong>

La rivista acquista notorietà soprattutto grazie alle copertine disegnate dallo stesso Leo e alle foto satiriche contro la classe dirigente del periodo. In maniera particolare le fotografie diventano così rappresentative di un atteggiamento critico nei confronti della classe politica, che qualsiasi altra foto abbia le stesse caratteristiche viene definita “da borghese”.

Nel 1946 la casa editrice pubblicò Memorie del cameriere di Mussolini, una biografia di Benito Mussolini.

Non fu un successo commerciale, ma fece parlare di sé per l’insolito punto di vista: Mussolini veniva raccontato dal suo cameriere privato, Quinto Navarra. Alla redazione dell’opera, tratta dalle memorie milanesi di Navarra raccolte all’indomani della caduta del fascismo, prese parte anche lo stesso Montanelli, che redasse l’introduzione della seconda edizione.

Il primo successo di vendite arrivò nel 1947 con Tempo di uccidere di Ennio Flaiano

Longanesi consigliò poi a Flaiano di promuovere se stesso e il libro in vista della stagione dei premi. Tempo di uccidere vinse la prima edizione del Premio Strega.

Ennio Flaiano
<strong>Ennio Flaiano<strong>

Un altro successo di vendite fu, l’anno seguente, l’opera prima di Giuseppe Berto, Il cielo è rosso e l’opera autobiografica Ho scelto la libertà di Viktor Kravčenko.

Se nel campo narrativo le scelte di Longanesi furono caratterizzate da un’eterogeneità di fondo, l’editore fu ancora più controcorrente nella saggistica.

Pubblicò nelle collane “Cammeo” e “La Fronda” opere di chiara impronta storicista, cui fecero riscontro il neokantismo di Ernst Cassirer e l’empirismo di Bertrand Russell, di cui ottenne l’esclusiva nel 1952.

Nel 1956 Longanesi lasciò la casa editrice da lui fondata a causa dei problemi politici incontrati dalla rivista Il Borghese.

Infatti, egli condusse campagne taglienti e sferzanti soprattutto contro i centri del nuovo potere partitico nato nel dopoguerra.

Dopo l’abbandono di Longanesi, Monti affidò la direzione della casa editrice al figlio cadetto, lo scrittore Mario Monti. Iniziò un declino che nemmeno l’introduzione di una collana di tascabili economici, i Superpocket, riuscì ad arrestare.

Nel 1977, Luciano Mauri, patron delle Messaggerie Italiane, acquisì con Alfredo Curcio il marchio, decidendo di farsi editore in proprio.
La società era in profondo passivo: alla fine del 1979 Mauri ne affidò la direzione a Mario Spagnol (1930-1999), reduce da esperienze in Bompiani, Feltrinelli, Mondadori e Rizzoli. Spagnol rilanciò la casa editrice puntando sulla narrativa internazionale, con un occhio di riguardo per gli autori di qualità.

Luciano Mauri
<strong>Luciano Mauri<strong>

A caccia di bestseller, pubblicò Wilbur Smith, Michael Ende, William Golding e James Patterson.

Fu Spagnol a scoprire Tiziano Terzani, negli anni Ottanta uno sconosciuto giornalista che lavorava per il settimanale tedesco «Der Spiegel».

Nel settembre 1999 morì Mario Spagnol; Stefano Mauri, che dal 1988 lo aveva affiancato, assunse la carica di amministratore delegato, mentre quella di direttore editoriale fu affidata a Luigi Brioschi.

La storia infinita Michael Ende Longanesi & C.
<strong><em>La storia infinita di Michael Ende Longanesi C 1988<em><strong>

Nel 2005 venne fondato il Gruppo editoriale Mauri Spagnol.

Da allora la Longanesi è la casa editrice leader del Gruppo.
Nel 2011 è diventato direttore editoriale Giuseppe Strazzeri. Nel maggio 2015 Ferruccio de Bortoli è stato nominato presidente della casa editrice, succedendo a Enrico Zanelli, in carica per 15 anni.

Oggi Longanesi è ancora una casa editrice attiva e fiorente.
Grande spazio viene dato ai thriller italiani e stranieri, ma la ricerca di nuovi talenti italiani rimane sempre una mission.
Basti pensare a Donato Carrisi, Alessia Gazzola e Valentina D’Urbano.
Con il marchio Longanesi rimangono le prime edizione in formato cartonato e le successive ristampe passano poi nell’edizione TEA (Tascabili editori associati) in formato tascabile. Questo è possibile grazie al gruppo editoriale Mauri Spagnol che possiede oggi tredici case editrici.
Guardando indietro sicuramente Leo Longanesi aveva gettato delle ottime fondamenta e il suo pensiero ritorna spesso nelle recensioni dei nuovi libri oltre che nei tweet della casa editrice.

La casa editrice è da sempre caratterizzata per la vocazione anticonformista, la piena libertà delle scelte, l’originalità delle proposte e l’orizzonte a 360 gradi.


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Nicoletta
Adoro viaggiare e scoprire culture nuove, magari parlando con persone straniere della comune passione per i libri.
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