I volumi della biblioteca del Castello di Ermenonville continuano a regalarci nuove emozioni. Abbiamo già dedicato due articoli a questa preziosa raccolta di piccoli capolavori per appassionati bibliofili, impreziositi dalla loro provenienza illustre e dagli ex libris del Principe Constantin Radziwill. Ed ecco che una edizione (purtroppo incompleta: si ferma al volume VI) delle opere teatrali di Alexandre Dumas Fils ci riserva una sorpresa inaspettata.
Madame Madeleine: la salonnière di Parigi
L’edizione è quella del Théatre complet de Al. Dumas Fils, pubblicato a Parigi da Michel Lévy Frères éditeurs nel 1868. Come spesso accade per i volumi della biblioteca, si tratta di una tiratura limitata. Alla carta che precede l’occhiello, troviamo: “Tiré à 52 exemplaires sur papier de Hollande N°26. Exemplaire de…” e qui, con una dedica autografa, “Madame Madeleine Lemaire Hommage de son tout dévoué A.D.F.” (trad. “Stampato in 52 esemplari su carta olandese n° 26. Copia di… Madame Madeleine Lemaire Omaggio dal suo devoto A.D.F.).
Il nome di Madeleine Lemaire ci apre un mondo e di nuovo ci porta nell’orbita di Marcel Proust, già così presente nella storia di questa biblioteca come amico intimo del figlio del Principe Radziwill, Leon.
Figlia del Barone Joseph Habert, pittrice, a 19 anni già esposta al Salon con i suoi ritratti, Madeleine sposa nel 1870, a 25 anni, Camille Lemaire. Il suo talento però non si ferma al campo artistico: nel tempo Madeleine costruisce al numero 31 di Rue Monceau quello che negli anni ’90 dell’800 verrà considerato uno dei più influenti salotti mondani e artistici di Parigi. E nelle biografie è proprio l’amicizia (o probabilmente la relazione) con Alexandre Dumas Fils quella che spalanca alla giovane salonnière le porte delle élites culturali della capitale: capite quindi l’emozione di scoprire la nostra dedica.
E Marcel Proust?
L’11 Maggio del 1903, sul Figaro, compare un articolo a firma “Dominique” intitolato “La cour aux lilas et l’atelier aux roses” (trad. “Il cortile dei lillà e il laboratorio delle rose”): vi è descritta una soirée ambientata nell’atelier-salotto di Madeleine Lemaire, uno dei suoi celebri mercoledì, con la folla degli invitati che straborda nel giardino, con l’elenco (anche abbastanza noioso) di tutte le celebrità e gli esponenti del Faubourg Saint-Germain presenti, tutti in adorazione della talentuosa padrona di casa circondata dai suoi celebri acquarelli floreali (non per niente proprio Dumas Fils disse di lei: “c’est elle qui a créé le plus de roses après Dieu” (trad. “è lei che ha creato più rose dopo Dio”).
Un piccolo palcoscenico ospitava le performances dei più celebri attori dell’epoca, da Rejane e Coquelin a Sarah Bernhardt, o i concerti di Camille Saint-Saëns, Reynaldo Hahn o Jules Massenet. Nel suo entusiasmo il nostro Dominique (che ovviamente altri non è che Marcel Proust) si sbilancia in giudizi forse eccessivamente encomiastici: la casa al 31 di Rue Manceau “est la demeure, et ce hall situé dans un jardin, l’atelier, d’une personne étrangement puissante […] dont le nom signé au bas d’une aquarelle est plus recherché que celui d’aucun autre peintre, et l’invitation plus précieuse que celle d’aucune autre maîtresse de maison: j’ai nommé Madeleine Lemaire” (trad. “è la residenza, e questa sala situata in un giardino, la bottega, di un personaggio stranamente potente […] il cui nome firmato in fondo ad un acquerello è più ricercato di quello di qualunque altro pittore, e l’invito più prezioso di quello di qualunque altra padrona di casa: ho chiamato Madeleine Lemaire”).
Tra amicizia e intesa artistica
Del resto Marcel deve molto all’amicizia di Madeleine Lemaire. Varca le soglie del mitico salotto 21enne nel 1892 e qui nel 1893 incontrerà due personaggi chiave della sua vita: il pianista Reynaldo Hahn e Robert de Montesquieu.
Nel 1896 Madeleine illustra con i suoi acquarelli la prima edizione di Les Plaisirs et les Jours: nella prefazione Anatole France descrive il libro come “tout parfumé des fleurs dont Madeleine Lemaire l’a jonché de cette main divine qui répand les roses avec leur rosée” (trad. “Tutto profumato dei fiori di cui Madeleine Lemaire lo ha cosparso con questa mano divina che sparge le rose con la loro rugiada”).
E quando Proust metterà mano alla sua Recherche, le persone incontrate al 31 di Rue Monceau si travaseranno in alcuni dei protagonisti del suo capolavoro: Leon Radziwill è uno dei modelli di Robert de Saint-Loup, Robert de Montesquieu è il Barone di Charlus. E con il suo vezzo di farsi chiamare “la Patronne” dai suoi fidèles e il suo qualificare come “noiosi” chi non si inchinava al suo prestigio, Madeleine Lemaire vive di vita immortale nella mitica Madame Verdurin.
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