La storia attraverso armi e armature
Qualche tempo fa mi è capitato di leggere una suggestiva ipotesi sulle motivazioni della rovinosa débâcle dell’esercito napoleonico in Russia nel terribile inverno 1812.
I bottoni che chiudevano le uniformi dei soldati francesi erano di stagno e il freddo polare della steppa russa li aveva disintegrati; come combattere in quelle condizioni?
Spesso pensiamo ai grandi avvenimenti storici come astratte conseguenze di scelte, decisioni, azioni, legate a precise personalità che la storia ci ha tramandato come protagonisti delle svolte delle vicende umane. Ma quanto di quello che è avvenuto, soprattutto sui campi di battaglia, vere prove del nove degli scontri del potere, è legato a innovazioni materiali, all’utilizzo di nuove armi e tecniche di combattimento, che disorientano e sconfiggono il nemico?
La battaglia di Cheronea che segna l’ascesa di Filippo il Macedone, padre del grande Alessandro, avrebbe avuto lo stesso esito se non fosse stata messa in campo la mitica falange armata di scudi e di sarissa, la lunghissima lancia macedone? E la battaglia di Azincourt non resta forse come pietra miliare della storia militare perché segna il tramonto di una visione del combattimento legata al mondo cavalleresco sconfitto dall’utilizzo dei plebeissimi arcieri inglesi armati del loro longbow, l’arco lungo? E quanto della potenza della casa d’Este di Ferrara si deve alla passione del duca Alfonso I, tecnico d’artiglieria e fonditore di cannoni, inventore della granata e di un sistema di fabbricazione della polvere, che lasciò in eredità ai suoi successori la migliore artiglieria d’Europa?
Allora studiare e collezionare armi antiche può diventare un modo privilegiato di entrare nella Storia, con la S maiuscola, da un angolo di lettura non banale né secondario.
Attraverso la raccolta di libri di uno di questi eruditi collezionisti che entriamo in questo mondo che ci parla non di grandi condottieri, ma di soldati, fanti, arcieri, e di come questi uomini affrontavano le battaglie del passato.
Troviamo, ad esempio, un libro tutto dedicato alle balestre (The Crossbow)
o volumi che trattano dell’evoluzione e delle tecniche di combattimento di quelle armi personali essenziali che erano le spade e gli stocchi (The Rapier and Small- Sword 1460-1820; Hieb-und Stichwaffen).
Per combattenti di un rango superiore c’erano le armature: e qui l’arte della guerra si incrocia con l’arte dei cesellatori del metallo a creare veri capolavori. Le armature italiane erano tra le più apprezzate (L’arte dell’armatura in Italia; Le armature di S. Maria delle Grazie di Curtatone di Mantova e l’armatura lombarda del ‘400).
Sfogliando il catalogo di questa biblioteca possiamo poi fare un tour nelle collezioni di armi di musei e castelli di tutta Europa, e non solo (Catàlogo històrico-descriptivo del Real Armenìa De Madrid; L’Armeria del Palazzo Ducale a Venezia; Museo Poldi Pezzoli – Armeria; L’Armeria reale di Torino; Arms & Armor from the Metropolitan Museum of Art).
Chissà se uno dei longbows conservati nelle teche di questi musei è stato tra i protagonisti di Azincourt…