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Ognuno conosce un Munari diverso!

Un bel libretto entrato nel nostro catalogo, edito dal Melangolo nel 1992 (Bruno Munari – Verbale scritto), ha riportato la nostra attenzione su uno dei protagonisti più geniali ed eclettici della cultura italiana del XX secolo.

Verbale Scritto - Bruno Munari

“Ognuno conosce un Munari diverso”, così si conclude una sua celebre autobiografia: non conoscevo un Munari “poeta” e invece eccolo qui, in questa gustosa raccolta di aforismi, poesie, filastrocche, che ci parlano di lui e del suo modo di guardare il mondo e l’arte.

Foto © Fabrice Gousset

Verrebbe voglia di citare decine di queste brevi composizioni. Mi piace però restringere il campo su due caratteristiche dell’uomo/artista Munari che sempre mi affascinano: da una parte il suo essere figlio di un’epoca in cui si credeva possibile cambiare il mondo e in cui l’artista aveva un ruolo chiave in questa “Rivoluzione” che “va fatta/ senza che nessuno se ne accorga”.

Un poesia del nostro libriccino descrive bene questa visione etica e civile dell’arte:

ARTE VIVA

Il grande pittore
dipinge l’insegna per il fornaio
il grande scultore
dà forma ad una macchina
il grande architetto
progetta la casa
per il capo del governo
il grande poeta
scrive canzoni popolari
il grande musicista
scrive la musica
per le canzoni del poeta
un popolo civile
vive
in mezzo alla sua arte

E accanto a questo impegno, la leggerezza ineguagliabile che caratterizza ogni produzione di questo artista.

Bene diceva di lui Dino Buzzati nel 1955: “Nessuno dopo una certa età conserva le meravigliose capacità fantastiche della fanciullezza. Nessuno tranne Munari”.

In un brano intitolato “Quando finisce l’infanzia”, Munari descrive lo stato incantato del nostro essere bambini:

“Durante l’infanzia siamo in quello stato che gli Orientali definiscono Zen: la conoscenza della realtà che ci circonda avviene istintivamente mediante quell’attività che gli adulti chiamano gioco. Tutti i recettori sensoriali sono aperti: guardare, toccare, sentire i sapori, il caldo, il freddo, il peso e la leggerezza, il morbido e il duro, il ruvido e il liscio, i colori, le forme, le distanze, la luce e il buio, il suono e il silenzio…”. Poi da adulti “non impariamo quasi più niente, usiamo solo la ragione e la parola” e “ci si fa costruire una bella villa al lago e, come ricordo di un’infanzia felice e perduta per sempre, si fanno mettere in giardino la serie completa dei nanetti e Biancaneve in cemento colorato”

Munari invece è stato capace di restare collegato al bambino interiore che ognuno di noi porta dentro di sé ed è per questo che è stato così capace di parlare ai bambini.

I suoi libri illustrati educano alla percezione del mondo attraverso il gioco, per far crescere un nuovo sguardo nei piccoli, capace di cogliere la bellezza delle cose, perché da grandi siano in grado di costruire un mondo migliore.

Nel nostro catalogo abbiamo alcune belle prime edizioni: il poetico libro per i più piccoli Rose nell’insalata, tutto illustrato dai timbri colorati dei gambi dell’insalata (“Avete mai visto rose nell’insalata? Io sì… Quando la mamma pulisce l’insalata, taglia le foglie vicino al gambo e butta via questo tronchetto con ancora l’attaccatura delle foglie. Ecco dove si nascondono le rose”).

Rose nell'insalata - Bruno Munari

Il geniale Nella nebbia di Milano, composto da carte colorate, fustellate e disegnate dall’autore, con veline che riproducono l’effetto misterioso della nebbia di Milano.

Nella nebbia di Milano - Bruno Munari

Il simpatico Dove andiamo?, in cui Munari si nasconde dietro lo pseudonimo E.Poi.

Dove andiamo? - Bruno Munari

E infine Guardiamoci negli occhi: 25 cartoncini sciolti di diversi colori, ognuno con una faccia stilizzata differente, con dei fori in coincidenza degli occhi e della bocca. Le” istruzioni per l’uso” allegate sono più che una mera spiegazione del funzionamento del libro-gioco: sono una lettura del mondo per come dovrebbe essere, consegnata ai bambini con la fiducia che loro capiranno

“Tutti questi fogli possono essere mescolati annullando l’ordine nel quale l’autore li ha messi. Possono essere raggruppati a piccoli gruppi cambiando così il colore degli occhi di quasi tutti i disegni. Come avviene nella realtà, tutti quelli che hanno la stessa apertura visiva e vedono il mondo nello stesso modo, non hanno osservazioni diverse da comunicarsi. Solo chi ha una apertura visiva diversa vede il mondo in un altro modo e può dare al prossimo una informazione tale da allargargli il suo campo visivo. Mescolate quindi i disegni, cambiate colori degli occhi, abituiamoci a guardare il mondo con gli occhi degli altri..”

Su questo tema, Munari regala nel nostro libriccino un aforisma che sembra scritto proprio per questo nostro tempo, in cui si contrabbanda l’illusione di salvarsi barricandosi in uno spazio in cui vale la legge del “prima io e i miei”: Gli altri siamo noi.

Giulia
Pensare che la cultura passi di mano in mano grazie ai libri è una cosa magnifica.

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