La quinta casa editrice del nostro viaggio è Bompiani.
“I libri li scrive qualcuno, che non è lui. Li stampa, normalmente, un altro che non è lui. Li vende un terzo, che non è lui. Di suo, di se stesso, l’editore ci mette l’amore.” Valentino Bompiani
Valentino Bompiani nel 1929 fonda la sua casa editrice, dopo essere stato con Mondadori dal 1925 al 1929. Fu un apprendistato utile ma difficile da portare avanti. ” La sua è un’editoria di autorità. Chi volesse far l’editore a quel modo senza la sua natura di elefante si schiaccerebbe da sé.”
Fu cosi’ che passò per un piccolo editore svizzero, Unitas, prima di fondare la propria casa editrice.
Arrivò a Milano in tre locali di Palazzo Durini con una segretaria.
Il primo libro edito fu la biografia di Don Bosco di Don Ernesto Vercesi.
“Un suggerimento venuto direttamente dalla cronaca, la Chiesa si preparava a beatificarlo, ma i giornali ne parlavano poco, mi piaceva saperne di più e avevo chiesto a Don Vercesi di scrivermi lui una biografia non agiografica ma politica del futuro Beato”.
Per quarantatré anni Valentino Bompiani ha diretto la sua casa editrice.
Due
sono i settori che Bompiani ha affrontato, le collane letterarie e le
raccolte enciclopediche.
Per
quanto ricco e significativo sia stato il contributo dato alla
letteratura attraverso il rapporto stretto, esclusivo, con gli
autori, e la qualità dei titoli proposti, forse lo sforzo maggiore e
anche più nuovo, venne dalla seconda area, dapprima con l’
Enciclopedia
Pratica Bompiani,
poi Il
Dizionario degli Autori e delle Opere
e
infine la serie degli Almanacchi
Letterari.
Le collane più significative : La Letteraria, prima e più importante collana, definita ‘Romanzi, novelle, racconti, raccolte di versi, saggi di scrittori italiani e stranieri moderni, scelti tra mille’. Comprendeva 530 titoli, 240 italiani e ben 290 stranieri.
Senza numerazione né indicazione del nome della collana sui volumi, ha continuato la sua vita per tutti i 43 anni della Bompiani di Valentino.
Ha presentato i suoi autori in una veste grafica di precisissima identità -sia le brossure che i libri a copertina illustrata- e, nel suo insieme, è da considerarsi una delle raccolte più ricche di prime edizioni di autori italiani, tra i maggiori del ‘900, e di prime traduzioni di scrittori americani, inglesi, francesi.
Pantheon iniziò nel 1940. Grossi volumi antologici delle principali letterature straniere : russa, tedesca, spagnola, americana. I curatori erano non solo gli specialisti più qualificati, ma raffinati scrittori quali Landolfi, Traverso, Bo e Vittorini.
Nacque un caso per ‘Americana’. La raccolta, basata su scrittori realisti che affrontavano temi sociali spesso in modo crudo, era accompagnata da un’ introduzione e da corsivi scritti da Vittorini, in cui si sottolineava sia la novità che l’ importanza di quei temi.
A volume già stampato intervenne Pavolini, ministro della cultura popolare fascista, bocciando l’edizione per tendenziosità antifascista del curatore.
Proteste, lamentele e poi il solito compromesso : una nuova edizione con introduzione e corsivi riscritti dall’Eccellenza Cecchi, Accademico d’ Italia.
Cecchi dovette serpeggiare un bel po’ per sostenere che gli autori americani dimostravano la decadenza della razza loro, ma infine ci riuscì.
Il risultato fu una vera rarità bibliografica : le poche copie originali salvate dell’ edizione Vittorini del 1941. Testo ancora oggi stampato dalla casa editrice e letto dagli studenti come libro di riferimento.
Dopo La Letteraria, la collana più ricca di volumi -248- fu quella dei Delfini.
Con la famosa copertina disegnata da Munari, la raccolta fu non solo un grande successo di vendite, ma un valido strumento di cultura, dato il prezzo più che accessibile e l’ ampia varietà dei titoli.
Le enciclopedie da ricordare: Il Dizionario Letterario delle Opere, dei Personaggi e degli Autori di tutti i tempi e di tutti i paesi è l’opera più importante edita da Bompiani.
Nel 1938 il Dizionario, l’opera maggiore, era già in gestazione.L’insieme delle materie fu ripartito in trenta sezioni di lavoro, sessanta direttori di sezione, più di mille collaboratori.
L’opera uscì tra il 1946 e il 1950.
Certamente oltre all’efficienza straordinaria vi fu una passione ancora più straordinaria. Solo così poteva riuscire un lavoro durato dieci anni, unico nel suo genere, in Italia e in Europa.
Qualcosa di veramente importante e fuori dall’ordinario fu il rapporto di Valentino con gli autori. Il rapporto di Bompiani editore con i suoi autori non era solo di lavoro, ma spesso d’amicizia.
Voleva essere il più esclusivo possibile : pubblicando tutte le opere sfiorava talvolta il passionale, secondo il suo temperamento. Zavattini, Alvaro, Savinio, Moravia, Marotta, Brancati, Piovene, Vittorini, V.G. Rossi, Annamaria Ortese, Orsola Nemi, Flaiano, Patti, Bontempelli, Cardarelli, Gatto, Eco.
L’elenco è lungo e certamente non completo. Più che bastante, tuttavia, a dare l’idea dell’importanza che la collana ‘Letteraria’ ebbe per la letteratura del ‘900 italiano.
“Lo scrittore -dice- è l’uomo che si arrampica su un albero, il suo. Trova quello che trova : a un certo momento l’albero fiorisce. Così lavora Moravia”.
Moravia fu il primo grande autore che Bompiani stampò. Il libro fu L’’imbroglio. Cinque romanzi brevi(1937). Il rapporto continuò si può dire per sempre. Tutti i libri di Moravia furono di Bompiani. Per la precisione trent’otto, finché Valentino fu alla guida, ventidue dopo la cessione della casa editrice. L’ultimo, La donna leopardo (1991) è stato stampato dopo la morte dell’autore.
Di Umberto Eco però va detto che non solo produsse con Il nome della rosa il maggior best-seller che Bompiani abbia mai pubblicato, ma che divenne parte della casa editrice contribuendo a scelte e indirizzi.
Fu l’unico tra i collaboratori, pare, a dare del ‘tu’ a Bompiani : lo chiamava zio Val, affettuosamente.
Ci spostiamo ora al capitolo autori stranieri, uno dei più importanti per Bompiani editore, soprattutto per l’apporto di scrittori americani, ma non solo .
“Quella che è stata chiamata la scoperta della letteratura americana da parte della cultura italiana avviene negli ultimi anni tra il ’30 e il ’40.
La diffusa, incisiva cittadinanza a quella letteratura nel nostro paese comincia e si condensa con la pubblicazione di Uomini e topi di John Steinbeck e di Piccolo campo di Erskine Caldwell.
Quei due libri parlavano dell’uomo, della sua condizione e miseria, con diretto impegno sociale e politico”.
Bompiani vide l’annuncio pubblicitario di Uomini e topi su un giornale americano, chiese il libro, lo lesse in una notte e domandò a Pavese di tradurlo. A Vittorini fu affidata la traduzione di Piccolo campo, mentre La battaglia di Steinbeck la tradusse Montale.
L’importanza delle opere straniere nella produzione Bompiani è dimostrata dalla costante presenza di quegli autori in tutte le collane.
Anche se a livello di immagine sono gli americani a connotare Bompiani, in termini di quantità è la Francia che prevale : “Sto lavorando molto con la Francia. Punto molto su quella carta. Credo di aver concluso in questi giorni la cosa più importante di tutto il mio lavoro d’editore : ha sfondato e sempre più sto sfondando in Francia”. Quei contatti portarono alla pubblicazione dei libri di Malraux, Camus, Sartre, Gide, Saint-Exupéry, Aragon, Céline, Bernanos.
In fatto di libri stranieri Bompiani toccò un altro primato. Fu il primo editore italiano a pubblicare Mein Kampf di Adolf Hitler.
Nel 1933 Mussolini e il governo italiano pagarono 250.000 lire di allora i diritti di autore. Per l’edizione ci si rivolse dapprima a Mondadori che rifiutò. Quindi a Bompiani che accettò subito. Editandolo ridusse il libro da 800 a 500 pagine e accolse la traduzione di Angelo Treves. Questi, benché ebreo, volle a tutti i costi il lavoro, offrendolo addirittura gratuitamente “perché -diceva- tutto ciò che Hitler farà dovete saperlo”.
Un’ opera straordinaria è la raccolta degli Almanacchi Letterari.
Iniziata nel 1925, ancora sotto il marchio Mondadori, con volumi in 8°, dal ’34 in poi uscì in 4° (dal ’34 al ’42, dal ’59 all’ 80, oltre a volumi non successivi nel 86 e nel ’99).
E’ un tutto formidabile di grafica, pubblicità, storia visuale. I trenta e più volumi costituiscono una delle fonti più raffinate del gusto e del costume del ‘900.
Proprio la responsabilità della composizione dell’ Almanacco ancora negli anni Mondadori, legò Bompiani ad Enrico Piceni, curatore con lui dal ’25 al ’38 dei primi numeri della pubblicazione.
Questa amicizia lo indusse ad iniziare un’altra attività, che fu sempre parallela all’editoria, quella di autore e operatore teatrale : “Ho scritto per il teatro anche da ragazzo. Saltavo la scuola per andare in biblioteca a leggere Schiller e Shakespeare”.
La prima commedia fu L’amante virtuosa del 1930. Negli anni ’40 e ’50 scrisse le sue pièces più note : Albertina, Paura di me, Anche i grassi hanno l’onore, La domenica ci si riposa.
Oltre che autore Bompiani fu naturalmente editore di teatro, libri e riviste.
‘Pantheon teatrale’ nacque tra il ’39 e il ’41, direttore Vittorini. Le opere comprenderanno Teatro Spagnolo (1941),Le sacre rappresentazioni italiane (1942),Teatro Tedesco (1946), La commedia italiana (1947),Teatro religioso del medioevo fuori d’ Italia (1949), e infine Teatro Russo (1955). I curatori dei volumi, oltre a Vittorini, furono Bonfantini, Pintor, Apollonio, Contini, Alvaro, Lo Gatto.
Bompiani visse a lungo ma nel 1972 cedette la casa editrice.
Importante figura accanto a Umberto Eco, dopo la cessione della casa editrice, fu Giovanni Reale. Dopo il fallimento dell’editore Rusconi, i libri di Reale confluirono nella casa editrice Bompiani. Negli anni in cui la casa editrice divenne parte del gruppo Rcs, fu l’occasione per creare un importante collana di filosofia: Il pensiero occidentale. Testi originali a fronte e grande cura di Reale nelle note e nella traduzione.
Oggi, dopo 90 anni, la casa editrice Bompiani guarda come sempre al futuro senza dimenticare il passato, il proprio e quello della letteratura: del 2018 è il lancio di una collana di classici; negli ultimi anni molta energia è stata spesa per il lavoro di cura del catalogo, che resta la solida base del marchio.
La proprietà è del gruppo editoriale Giunti.
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